Etichettatura ambientale imballaggi. Cos’è, le linee guida, gli esempi e come crearla

icone riciclaggio

Dal primo gennaio 2023 è obbligatoria la cosiddetta “etichettatura ambientale degli imballaggi”; vige cioè l’obbligo di apporre sull’imballaggio informazioni precise riguardanti la composizione e le modalità di smaltimento dei materiali utilizzati. 

L’etichettatura degli imballaggi è un aspetto fondamentale per garantire la corretta informazione sui prodotti confezionati ed è normata In Italia con l’art. 219 comma 5 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm. i. 

In questo articolo, approfondiremo le linee guida sull’etichettatura degli imballaggi (con degli esempi), faremo degli esempi di etichetta ambientale e vedremo come fare a crearne una tramite i servizi messi a  disposizione dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi).

Da sempre condividiamo con i nostri clienti l’importanza di una corretta marcatura ambientale nelle shopper e negli astucci personalizzati che realizziamo, fondamentale per la tutela dell’ambiente nel rispetto della legge e del consumatore. 

Le “Linee Guida tecniche per l’etichettatura ambientale degli imballaggi” sono state emanate dal MASE ( Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ex Ministero della transizione ecologica), per dare alle imprese italiane indicazioni chiare e corrette per comunicare le caratteristiche ambientali dei propri imballaggi e aumentare la consapevolezza dei consumatori riguardo al corretto smaltimento dei rifiuti.

L’obbligo dell’etichettatura ambientale

L’art. 219 comma 5 del D.Lgs. 152/2006, noto come il Codice dell’Ambiente, tratta dei criteri informatori dell’attività di gestione dei rifiuti di imballaggio. 

Secondo questo articolo gli “operatori economici devono cooperare secondo il principio di responsabilità condivisa, promuovendo misure atte a garantire la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio”. 

Con il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, viene recepita la direttiva UE 2018/851 sui rifiuti, e la direttiva (UE) 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio, modificando ed aggiornando così l’articolo del 2006.  Non vigeva però l’obbligo da parte delle aziende di etichettare gli imballaggi con le informazioni su materiali e riciclaggio. 

Il termine iniziale per l’entrata in vigore dell’obbligo di etichettatura degli imballaggi previsto dall’articolo 219, comma 5, Dlgs 152/2006 (“Codice ambientale”) è il 1° gennaio 2023. Tuttavia, quelli già immessi in commercio o provvisti di etichettatura alla data del 1° gennaio 2023 possono essere commercializzati fino a esaurimento delle scorte, come previsto dal Dl 228/2021. Questo termine è stato oggetto di diverse proroghe a partire dal 2020, l’ultima delle quali scade il 31 dicembre 2021, come indicato dall’articolo 11, comma 1, Dl 228/2021.

Le sanzioni

È importante sapere che l’eco-etichetta è un obbligo previsto dalla legge per tutelare l’ambiente. Se un’azienda non rispetta questa normativa, può ricevere una multa che va dai 5.000 ai 25.000 euro

Per garantire una corretta applicazione dell’obbligo di etichettatura, è stato emanato il Dm Ambiente 360/2022, che abroga il Dm 114/2022. Questo nuovo decreto si è reso necessario per far fronte agli impatti organizzativi, gestionali ed economico-finanziari che l’entrata in vigore del nuovo obbligo potrebbe comportare per l’industria e il commercio, anche alla luce delle pesanti sanzioni previste.

Cosa dice la legge sull’etichettatura ambientale.

Secondo la norma tutti gli imballaggi devono essere etichettati “opportunamente”, quindi nella forma e nei modi che l’azienda ritiene più idonei ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo. 

Nello specifico il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116 dispone che tutti gli imballaggi siano “opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione Europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. I produttori hanno, altresì, l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della decisione 97/129/CE della Commissione”

Sia chiaro che tale norma si riferisce esclusivamente all’etichettatura per la gestione dei rifiuti di imballaggio e prescinde da eventuali altri obblighi di etichettatura relativamente al prodotto contenuto nell’imballaggio (come gli obblighi per prodotti alimentari e farmaceutici). 

Come fatto notare dal CONAI, alcuni passaggi della legge rimangono poco chiari, pertanto, per fare maggiore chiarezza sulle modalità specifiche con cui comunicare le informazioni ai consumatori, a luglio 2022, vengono rilasciate da Ministero delle linee guida basate sulle indicazioni tecniche del CONAI e sulla normativa europea, che fanno riferimento alle norme UNI ISO di riferimento sull’etichettatura ambientale. Le linee guida ci aiutano a fare chiarezza sui punti poco chiari della legge, ci danno indicazioni pratiche su cosa mettere sulle etichette dei nostri imballaggi e confezioni e ci spiegano come essere a norma.

Queste linee guida sono il risultato del lavoro di un gruppo tecnico avviato dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) in collaborazione con il Ministero, che ha coinvolto tutti i settori produttivi con lo scopo di migliorare la qualità della raccolta differenziata degli imballaggi e sensibilizzare i consumatori riguardo al loro destino finale.

Lo scopo primario della norma è dare informazioni sulle destinazioni finali degli imballaggi, cioè le informazioni che comunicano il corretto conferimento dell’imballaggio a fine vita.

A quali confezioni si applicano le etichette ambientali

Praticamente tutte le confezioni immesse sul mercato dovranno mostrare le indicazioni sullo smaltimento di quella confezione o imballaggio.  

Sia quelli destinati al consumatore finale che viene definito dal codice del consumo come  “la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta”, in modo simile lo inquadra il d.l. del 2006:  “il soggetto che fuori dall’esercizio di un’attività professionale acquista o importa per proprio uso imballaggi, articoli o merci imballate.”

La legge prevede l’etichettatura ambientale anche per le confezioni destinate al mercato b2b, quindi dovrà essere apposta anche sugli imballaggi destinati all’industria ed alla distribuzione. Secondo le indicazioni della Comunità Europea l’obbligo a dover apporre queste etichette è dei produttori delle confezioni. 

In sintesi le etichette ambientali che comunicano materiale e modalità di conferimento si applicano a:

  • Gli imballaggi veri e propri venduti in quanti tali o regalati al consumatore finale. Per esempio le shopper, le buste e gli astucci per le confezioni. 
  • Gli imballaggi sotto forma di prodotto preconfezionato, venduti o ceduti gratuitamente al consumatore. Per esempio il packaging dei prodotti da supermercato.

Cosa va indicato nell’etichetta ambientale

I produttori di imballaggi devono rispettare i seguenti obblighi: 

  • apporre la codifica alfanumerica che identifica il materiale come da Decisione 129/97/CE, in vigore dal 26 settembre 2020. Pertanto tutti gli imballaggi (primari, secondari, terziari) devono prevedere tale codifica. 
  • devono etichettare tutti gli imballi nella forma e nei modi che l’azienda ritiene più idonei ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo. È permesso l’uso di canali digitali (es. App, QR code, siti web), che possono sostituire completamente o integrare le informazioni riportate direttamente sull’imballaggio;
  • Sugli imballaggi destinati al consumatore devono essere presenti anche le diciture opportune per la raccolta differenziata
  • Per gli imballaggi in plastica realizzati con polimeri o loro combinazione non previsti espressamente nella Decisione 97/129/CE, si può far riferimento alle norme UNI EN ISO 1043-1 per l’identificazione

Le informazioni ambientali, il materiale e le modalità di riciclaggio del prodotto e dove conferirlo sono informazioni che possono essere presenti sia direttamente sulla confezione, sia veicolati tramite canali digitali come qr code, siti web o app. L’importante è che le istruzioni per reperire le informazioni siano chiare e facilmente accessibili.

Imballaggi monocomponente e multicomponente per b2b e b2c, le distinzioni. 

L’etichettatura degli imballaggi può variare a seconda del circuito di destinazione finale, ovvero se l’imballaggio è destinato ad un utilizzo commerciale/industriale (B2B) o ad un utilizzo da parte del consumatore finale (B2C). Inoltre, la struttura dell’imballaggio può influire sulla tipologia di etichettatura da adottare, distinguendo tra imballaggi/sistemi di imballaggio monocomponente e multicomponente. Le linee guida stabiliscono quindi gli schemi distinti per la destinazione B2B o B2C e affrontano le situazioni configurabili in ragione delle strutture di imballaggio. In questo modo, l’etichettatura degli imballaggi può fornire informazioni chiare e precise sia per le aziende che per i consumatori finali.

Gli imballaggi monocomponente sono quelli composti da un solo materiale, ad esempio una scatola di cartone. Gli imballaggi multicomponente, invece, sono composti da più materiali, ad esempio una scatola di cartone con all’interno uno scomparto in plastica. La distinzione tra imballaggi monocomponente e multicomponente è importante perché può influire sulla tipologia di etichettatura da adottare; conviene guardare le linee guida ufficiali per maggiore chiarezza sul tuo particolare caso. Inoltre, gli imballaggi multicomponente possono comportare maggiori difficoltà nella gestione dei rifiuti, poiché i materiali devono essere smaltiti separatamente per garantire il corretto riciclo.

Gli imballaggi multicomponente si classificano in due tipologie: imballaggi compositi e imballaggi costruiti. Gli imballaggi compositi sono quelli composti da più strati di materiali diversi, ad esempio una busta di carta plastificata. Gli imballaggi costruiti, invece, sono formati da più parti assemblate tra loro, ad esempio una scatola di cartone con all’interno uno scomparto in plastica. 

La classificazione degli imballaggi multicomponente è importante per definire le modalità di smaltimento e riciclo dei materiali, in modo da garantire la massima sostenibilità ambientale.

La distinzione tra imballaggi separabili e non separabili riguarda la possibilità di separare i materiali che compongono l’imballaggio al momento dello smaltimento. Gli imballaggi separabili sono quelli composti da materiali diversi che possono essere facilmente separati tra loro, ad esempio una astuccio per gioielli di cartone con all’interno uno scomparto in plastica. Gli imballaggi non separabili, invece, sono composti da materiali diversi che sono saldati o incollati tra loro, ad esempio una busta di alluminio e plastica. La distinzione tra imballaggi separabili e non separabili è importante per definire quale tipo di etichette applicare per legge.

L’etichettatura ambientale degli imballaggi monocomponente per b2c e b2b

Per gli imballaggi composti da un solo materiale o che sono composti prevalentemente da un materiale, destinati al consumatore finale, e quindi destinate al  mercato b2c (business to consumer) le indicazioni da dare sono:

  • La codifica identificativa del materiale di imballaggio secondo la Decisione 129/97/CE –
  • Le indicazioni sulla raccolta.

Esempio di etichetta per imballaggio destinati al b2c:

È consigliato usare la seguente formula:

Raccolta (famiglia di materiale prevalente in peso).
Per esempio, per le shopper in carta:
“Raccolta Carta” 

oppure

Indicare la famiglia di materiale prevalente in peso, accompagnata dalla formula
“Raccolta differenziata”

Per esempio, per una shopper in carta plastificata, visto che la maggior parte del materiale è carta si indica:

Carta – Raccolta Differenziata

inoltre è bene invitare il consumatore a “verificare le disposizioni del proprio Comune” sul conferimento di quello specifico materiale. 

Al seguente link trovi tutte le nomenclature, i codici di numerazione e le abbreviazioni per tutti materiali secondo la  Decisione 129/97/CE della Comunità Europea, che che istituisce un sistema di identificazione per i materiali di imballaggio: 

Lista codici e abbreviazioni materiali in Italiano

Cosa inserire nelle le etichette ambientali alle confezioni 

Come si fanno le etichette? Quali indicazioni vanno inserite? 

La risposta è che dipende da:

  • Materiali della confezione
  • Monomateriale o multimateriale
  • A chi si rivolge l’imballaggio: utente finale o azienda.

Bisogna consultare le linee guida e verificare le indicazioni suggerite per quel tipo di materiale, le confezioni in plastica prevedono un’etichetta specifica in base ai tipi di plastica usati.

Gli schemi di etichetta mostrati nelle linee guida del ministero presentano tre livelli di informazioni: 

  • Cogente (necessarie) per rispondere alla norma
  • Altamente consigliate, per rendere la comunicazione più efficace
  • Consigliate, per arricchire di contenuti utili per una raccolta di qualità

Vedremo di seguito come applicare queste indicazioni ed alcuni esempi.

Come esempio mostreremo prevalentemente le linee guida sull’etichetta ambientale per imballaggi in carta e cartone. In particolare sulle etichette ambientali per il materiale di confezionamento e packaging.  

Le linee guida prevedono anche l’utilizzo di specifici simboli grafici, come il simbolo del riciclo , che indica la possibilità di riciclo dell’imballaggio ai sensi della norma UNI EN 14021 che ne regola l’utilizzo. Lo stesso vale per le altre certificazioni UNI EN e di enti terzi.

Quello di seguito è uno schema esempio delle informazioni da indicare per le varie tipologie di imballaggi e l’utente a cui sono destinati.

Cosa comunicare? 

Le informazioni da indicare sono quattro:

  1. tipo di imballaggio
  2. Codice materiale secondo decisione CE
  3. Indicazioni per la racconta (dove conferire l’imballaggio)
  4. indicazione e suggerimenti per una corretta raccolta differenziata

Nelle linee guida, in base al destinatario ed al tipo di imballaggio, cambiano informazioni necessarie, consigliate e altamente consigliate.

Facciamo alcuni esempi:

Materiali monocomponente al consumatore finale b2c

Materiale multicomponente al consumatore finale b2c.

Dipende anche dalla possibilità di dividere o meno i materiali che compongono l’imballaggio. 

Quelli sopra sono alcuni esempi di consigli delle linee guida, che prevedono diversi gradi di “necessità” delle informazioni espresse. Se possibile, e se non comporta un grande sforzo produttivo, ove possibile, noi consigliamo di inserire tutte e quattro le informazioni. Quest

Altrimenti bisogna attenersi alle linee guida indicando almeno le informazioni obbligatorie e quelle altamente consigliate.

Un esempio di etichetta per una busta di carta con manico in tessuto o potrebbe contenere i seguenti  elementi.

Carta
PAP 20
Raccolta Carta
Separare il manico dalla busta in carta per lo smaltimento

La Norma UNI 11686

La norma UNI 11686 è un documento tecnico che fornisce le linee guida per l’etichettatura ambientale dei prodotti e degli imballaggi. La norma stabilisce i criteri per la definizione e l’utilizzo delle etichette ambientali, fornendo indicazioni precise sulla composizione dei materiali utilizzati, le modalità di smaltimento e le indicazioni sulla raccolta differenziata.

Inoltre, la norma prevede l’utilizzo di specifici colori e simboli grafici, come il simbolo del riciclo, che indica la possibilità di riciclo dell’imballaggio, o il simbolo della doppia freccia circolare, detto Punto Verde (The Green Dot), che indicano la possibilità di riciclo dell’imballaggio e l’adesione dell’azienda ad un sistema di gestione integrata dei rifiuti.

La norma UNI 11686 rappresenta uno strumento importante per garantire la corretta applicazione dell’etichettatura ambientale e la tutela dell’ambiente.

Conviene quindi usare, dove possibile, i colori indicati dalla norma in modo da facilitare un rapido riconoscimento da parte del consumatore. 

Etichette ambientali per carta e cartone, alcuni esempi.

La carta non è tutta uguale, pertanto è bene specificare le differenze tra i vari tipi di carta da imballaggio, proprio perché prevedono diversi tipi di etichettatura. 

La carta, il cartoncino e il cartone ondulato sono tutti materiali utilizzati per la produzione di imballaggi, ma differiscono per le loro caratteristiche e proprietà. La carta è un materiale sottile e flessibile, utilizzato principalmente per la produzione di sacchetti e buste. Il cartoncino è un materiale più spesso e rigido della carta, utilizzato per la produzione di scatole e astucci. Il cartone ondulato, invece, è un materiale composto da più strati di carta, con un’onda tra uno strato e l’altro, che lo rende resistente e adatto alla produzione di scatole e imballaggi per il trasporto. La scelta del materiale dipende dalle esigenze specifiche dell’imballaggio, come la resistenza, la flessibilità e la capacità di proteggere il prodotto durante il trasporto e la conservazione.

La carta ha una grammatura fino a 150 g/m2, mentre il cartone ha una grammatura superiore a 600 g/m2 e può arrivare fino a 1100 g/m2. Il cartoncino, invece, ha una grammatura intermedia tra quella della carta e quella del cartone, compresa tra 250 e 450 g/m2. 

Tuttavia, ci sono alcune zone in cui la distinzione tra carta, cartoncino e cartone non è così netta, come per le grammature tra i 150 e i 250 g/m2 e quelle tra i 450 e i 600 g/m2. In questi casi, il prodotto può essere considerato carta o cartoncino per il primo intervallo e cartoncino o cartone per il secondo. La scelta del materiale dipende dalle esigenze specifiche dell’imballaggio, come la resistenza e la protezione del prodotto.

 Vediamo adesso alcuni esempi di etichettatura per imballaggi di carta e cartone. Ricorda che la grafica per rappresentare l’etichetta ambientale è a discrezione del produttore e delle sue esigenze produttive. Non ci sono quindi specifiche indicazioni su simboli, grafiche e disposizione degli elementi informativi. L’importante è che siano presenti tutte le informazioni richieste dalla norma e quelle utili per una comunicazione trasparente. 

Esempio etichettatura per busta in carta con finestra in plastica

Etichetta ambientale shopper con finestra

Esempio etichettatura ambientale per scatola in cartone ondulato per trasporto merci b2b

Etichettatura ambientale per astuccio in carta con coating di plastica

Etichette ambientali astucci per gioielli.

la parte in plastica deve essere di peso inferiore al 5% del totale dell’astuccio

Uno strumento gratis per creare l’etichetta corretta per i tuoi imballaggio

CONAI, Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, che si occupa della gestione dei rifiuti degli imballaggi in Italia ha creato un sito web dedicato e delle linee guida per aiutare le imprese nella delicata fase dell’etichettatura ambientale. Anche per evitare che si incorra in errori e potenziali sanzioni.

Sul sito etichetta-conai.com trovi tanti strumenti utili, esempi e informazioni, per saperne di più sull’etichetta ambientale e su come farla. Conai ha anche creato Etichetta Conai.

L’Etichetta Conai è uno strumento di etichettatura ambientale che fornisce informazioni sulla gestione dei rifiuti degli imballaggi. È un’etichetta volontaria, ma molto diffusa in Italia, che consente alle aziende di comunicare ai propri clienti l’impegno per la sostenibilità ambientale. L’Etichetta Conai viene rilasciata dall’ente Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, che si occupa della gestione dei rifiuti degli imballaggi in Italia.

Per semplificare il processo di etichettatura, Conai ha creato il tool gratuito e-etichetta, un’applicazione web gratuita che consente alle aziende di creare e stampare l’Etichetta Conai in modo semplice e veloce. Grazie a questa applicazione, le aziende possono evitare di dover creare manualmente l’etichetta, risparmiando tempo e migliorando l’efficienza del processo di produzione.

Inoltre, l’applicazione e-etichetta consente alle aziende di tenere traccia delle etichette create e di gestire in modo più efficiente le informazioni sulla gestione dei rifiuti degli imballaggi. In questo modo, le aziende possono contribuire alla tutela dell’ambiente e promuovere un consumo più sostenibile, comunicando in modo chiaro e preciso l’impegno per la sostenibilità ambientale attraverso l’Etichetta Conai.
Per info: www.etichetta-conai.com

Perché è importante essere in regola con l’etichettatura ambientale.

L’etichettatura ambientale è importante per diversi motivi. Innanzitutto, fornisce ai consumatori informazioni precise riguardo all’impatto ambientale dei prodotti e degli imballaggi, promuovendo un comportamento più sostenibile e responsabile nei confronti dell’ambiente. Inoltre, l’etichettatura ambientale è un obbligo previsto dalla legge per tutelare l’ambiente e la sua mancata osservanza può comportare pesanti sanzioni. 

Ci teniamo a sottolineare che tutti i prodotti di Astucci e Shopper, sia gli astucci che le shopper, sono dotati di etichetta ambientale ai sensi dell’art. 219 comma 5 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm. In questo modo, l’azienda si impegna a garantire la massima sostenibilità ambientale dei propri prodotti e a rispettare le normative vigenti. Adeguarsi all’obbligo di legge dell’etichettatura ambientale è quindi un gesto importante per la tutela dell’ambiente e per la promozione di un consumo più consapevole e sostenibile.

Inoltre ci impegniamo a produrre imballaggi che siano facilmente riciclabili. Per maggiori informazioni o domande non esitare a contattarci.

Se vuoi saperne di più:

Università di Padova – https://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/2019/RICICLIAMO19.pdf

LInee guida uffiali del Ministero – https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/normativa/rifiuti/Linee_guida_etichettatura_ambientale_27.09.2022.pdf

Sito etichetta CONAI – https://www.etichetta-conai.com/

https://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/2019/RICICLIAMO19.pdf

Condividi su